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Appiani, Parnaso (1811) |
1. Il
lavoro filologico, sia a parte obiecti (i
segni oggetto del vaglio) sia a parte
subiecti (la sensibilità peculiare del filologo) va decantato da tutto quell’armamentario
di inutilizzabile (perché inutile) tecnicismo asfittico, che aveva per esempio fatto
parafrasare a Ettore Romagnoli la sentenza antipunica di Catone il Censore: Ceterum censeo philologiam esse delendam.
E allontanare Nietzsche dall’ambiente pedante dell’accademia dove fu avversato
proprio da Wilamowitz-Moellendorff, in seguito alla pubblicazione de Le origini della tragedia dallo spirito
della musica.
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