venerdì 10 novembre 2023

Recensione di Andrea Rossetti a EUGENIO (2 ottobre 2021)

Ogni volta che leggo un libro di Sandrino De Fazi - e li ho letti quasi tutti - mi sento sempre piacevolmente trascinato in un maelström fitto di rimandi, vivace di citazioni e soprattutto di digressioni, di geniale e un poco perfida infedeltà a ogni genere precostituito. Ciò che rende unica la scrittura di Sandro è proprio l'ariosa libertà, il gusto per la contaminazione, il racconto sempre insidiato dal saggio (e chi più di me, da sempre folle amante di Robert Musil, può apprezzarlo?), il gusto squisito per l'erudizione mai accademica e sempre raccontata come una favola bella.

In questo romanzo - Eugenio - che si offre all'apparenza come una sorta di intimo diario erotico, perso in un intricato fil rouge che va da Kierkegaard a Dario Bellezza (ma a mio parere anche a Tondelli e, andando oltreoceano, a David Leavitt), Sandro De Fazi mi ha fatto pensare soprattutto al mio amatissimo Pirandello, un Pirandello meno razionalmente paradossale e più morbido, direi addirittura giocoso, giacché la domanda di fondo che incombe fin da subito sul racconto è: chi ha scritto e cosa?

In fondo Eugenio è anche un thriller, come ogni meta-narrazione che si rispetti.

Da leggere.


(Andrea Rossetti, 2 ottobre 2021)