Preghiamo per
l'onorevole Aldo Moro, a noi caro, sequestrato in vile agguato, con l'accorato
appello affinché sia restituito ai suoi cari.
Angelus, 19 marzo
1978
A noi pare di
ascoltare le ultime parole gridate a gran voce dal morente Crocifisso: «Eloi,
Eloi, lama sabactani», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai
abbandonato?» (Marc. 15, 34).
Messaggio
radio-televisivo al termine della Via Crucis, 24 marzo 1978
Raccogliamo quanto
ancora ci resta di umana energia e ci sovrabbonda di sovrumana certezza per
fare a voi tutti eco beatissima all’annuncio che attraversa e rinnova la storia
del mondo: Cristo è risorto!
Messaggio Urbi
et orbi, 26 marzo 1978
Già circa venti
giorni sono trascorsi da quando fu versato il sangue innocente di cinque Militi
e l’on. Moro fu rapito, e tra questi giorni erano anche quelli pasquali, sacri
alla morte e alla risurrezione del Signore.
Noi non abbiamo
alcun particolare indizio sullo stato di fatto; ma Noi rivolgiamo tuttavia agli
ignoti autori del terrificante disegno un appello vivo e pressante per
scongiurarli di dare libertà al prigioniero . È già troppo alto il prezzo
pagato col sangue e con la desolazione in cinque famiglie; e sono così disumane
la sofferenza del rapito, l’angoscia silenziosa dei suoi cari, il trauma della
coscienza pubblica!
Regina Coeli, 2 aprile
1978
Io scrivo a voi,
uomini delle Brigate Rosse: restituite alla libertà, alla sua famiglia, alla
vita civile l'onorevole Aldo Moro. Io non vi conosco, e non ho modo d'avere
alcun contatto con voi. Per questo vi scrivo pubblicamente, profittando del
margine di tempo, che rimane alla scadenza della minaccia di morte, che voi
avete annunciata contro di lui, Uomo buono ed onesto, che nessuno può incolpare
di qualsiasi reato, o accusare di scarso senso sociale e di mancato servizio
alla giustizia e alla pacifica convivenza civile. Io non ho alcun mandato nei
suoi confronti, né sono legato da alcun interesse privato verso di lui. Ma lo
amo come membro della grande famiglia umana, come amico di studi, e a titolo
del tutto particolare, come fratello di fede e come figlio della Chiesa di
Cristo.
Ed è in questo nome
supremo di Cristo, che io mi rivolgo a voi, che certamente non lo ignorate, a
voi, ignoti e implacabili avversari di questo uomo degno e innocente; e vi
prego in ginocchio, liberate l'onorevole Aldo Moro, semplicemente, senza
condizioni, non tanto per motivo della mia umile e affettuosa intercessione, ma
in virtù della sua dignità di comune fratello in umanità, e per causa, che io
voglio sperare avere forza nella vostra coscienza, d'un vero progresso sociale,
che non deve essere macchiato di sangue innocente, né tormentato da superfluo dolore.
Già troppe vittime dobbiamo piangere e deprecare per la morte di persone
impegnate nel compimento d'un proprio dovere. Tutti noi dobbiamo avere timore
dell'odio che degenera in vendetta, o si piega a sentimenti di avvilita
disperazione. E tutti dobbiamo temere Iddio vindice dei morti senza causa e
senza colpa. Uomini delle Brigate Rosse, lasciate a me, interprete di tanti
vostri concittadini, la speranza che ancora nei vostri animi alberghi un
vittorioso sentimento di umanità. Io ne aspetto pregando, e pur sempre
amandovi, la prova.
Dal Vaticano, 21
aprile 1978
Lettera alle
Brigate Rosse
Di Aldo Moro?
Nessuna altra notizia. Abbiamo trepidato ieri, alla scadenza dell'ora fissata
dagli anonimi autocostituitisi giudici unilaterali e carnefici; e trepidiamo
ancora, sempre sperando e pregando che sia risparmiata a Roma, all'Italia, al
mondo, e specialmente alla famiglia, agli amici, la consumazione del criminale
annunciato misfatto. Questa attesa Ci lascia ancora sperare.
Regina Coeli, 23 aprile
1978
Come certamente voi
tutti sapete, ieri è stato compiuto, qui a Roma, un fatto tristissimo, un
delitto orribile. È stato ucciso vilmente l'onorevole Aldo Moro. Era una
persona di grande autorità, un uomo politico di molta importanza e di carattere
buono e tranquillo. La sua uccisione premeditata, calcolata, compiuta di
nascosto e senza pietà ha fatto inorridire la città, tutta l’Italia e ha
commosso di sdegno e di pietà il mondo intero. Noi lo abbiamo conosciuto fino
dagli anni della sua giovinezza, fino a quando era studente all’Università. Era
uomo buono e savio, incapace di fare male ad alcuno; professore molto bravo e
uomo di politica e di governo, persona di grande valore, padre di famiglia
esemplare, e ciò che più conta era un uomo di ottimi sentimenti religiosi,
sociali ed umani. Questo delitto ha scosso tutto il mondo delle persone oneste,
tutta la società; è come una macchia di sangue, che disonora il nostro Paese;
tutti ne parlano, tutti ne sono indignati; e anche voi, giovani e fanciulli
riuniti in questa Basilica, provate orrore e dolore per questo avvenimento.
Udienza generale, 10 maggio 1978
E ora le nostre
labbra, chiuse come da un enorme ostacolo, simile alla grossa pietra rotolata
all'ingresso del sepolcro di Cristo, vogliono aprirsi per esprimere il «De
profundis», il grido e il pianto dell'ineffabile dolore con cui la tragedia
presente soffoca la nostra voce. Signore, ascoltaci!
E chi può ascoltare
il nostro lamento, se non ancora Tu, o Dio della vita e della morte? Tu non hai
esaudito la nostra supplica per la incolumità di Aldo Moro, di questo uomo
buono, mite, saggio, innocente ed amico; ma Tu, o Signore, non hai abbandonato
il suo spirito immortale, segnato dalla fede nel Cristo, che è la risurrezione
e la vita. Per lui, per lui, Signore, ascoltaci!
Fa', o Dio, Padre di
misericordia, che non sia interrotta la comunione che, pur nelle tenebre della
morte, ancora intercede tra i defunti da questa esistenza temporale e noi
tuttora viventi in questa giornata di un sole che inesorabilmente tramonta. Non
è vano il programma del nostro essere di redenti: la nostra carne risorgerà, la
nostra vita sarà eterna! Oh, che la nostra fede pareggi fin d'ora questa
promessa realtà. Aldo e tutti i viventi in Cristo, beati nell'infinito Iddio,
noi li rivedremo!
E intanto, o
Signore, fa' che, placato dalla virtù della tua Croce, il nostro cuore sappia
perdonare l'oltraggio ingiusto e mortale inflitto a questo uomo carissimo e a
quelli che hanno subito la medesima sorte crudele; fa' che noi tutti
raccogliamo nel puro sudario della sua nobile memoria l'eredità superstite
della sua diritta coscienza, del suo esempio umano e cordiale, della sua
dedizione alla redenzione civile e spirituale della diletta Nazione italiana!
*
Prima che termini il
rito di suffragio, nel quale abbiamo pregato per la pace eterna di questo
nostro fratello, noi leviamo le braccia a benedire quanti sono presenti in
questo Tempio o, non avendo potuto trovar posto entro le sue mura, sono restati
nella piazza, ed ancora tutti quelli che, pur lontani, sono a noi uniti spiritualmente:
in particolare intendiamo abbracciare con questo nostro gesto paterno anche
quanti portano nel cuore strazio e dolore per qualche loro congiunto, vittima
di simile efferata violenza. Anche per queste vittime si estende la nostra
afflitta preghiera. Su tutti invochiamo, apportatrice di serenità e di
speranza, la confortatrice assistenza del Signore.
Preghiera per
l’on. Aldo Moro, San Giovanni in Laterano, 13 maggio 1978
(Paulus Pp. VI)
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