Riguardo alla mia
militanza feisbuchiana e al fatto che sono stato criticato per questo: le
critiche vanno prese in considerazione solo se chi le fa è in condizione di
giudicare e non è mosso da intenti malevoli. Non
è vero che su Facebook si tratta sempre e solo di vita virtuale (qual è poi la
vita “vera”?), a me – e non credo soltanto a me – è successo che rapporti
inizialmente virtuali si sono trasformati in reali. Tant’è vero che in Fb, e da
Fb, imprevedibilmente accadono discussioni, equivoci, litigate,
riconciliazioni, come nella vita. E i rapporti che già c’erano prima sono in
grado di approfondirsi.
Internet,
e Fb che ne fa parte, è una fonte di notizie di ogni tipo, in primo luogo sul
piano culturale, assai più della tivù e dei giornali o dei libri stessi (cui rimandano
le suddette notizie). Illusoria, in parte, la comunicazione feisbuchiana è
senz’altro, ma con un potenziale di verificabilità – e, aggiungerei, di
flessibilità – a medio e anche a lungo termine, insito nel discorso. Lo spirito
– diceva Goethe – è «la vita della vita» e sicuramente c’è l’indizio di una qualche
insania nel rapportarsi spesso e con intensità a tale vita della vita. Chi
legge – chi legge molto – è un isolato sociale in partenza, e spesso anche
all’arrivo: ma asociale non vuol dire antisociale.
Perciò questo tema può essere percepito
solo da una minoranza – sebbene estesa in termini quantitativi molto più che
non si pensi.
Purtroppo,
questo sì, emergono su Fb, oltre alle qualità, pure i difetti e le
contraddizioni delle persone – in genere, scrittori, intellettuali,
giornalisti, ecc. – che prima stimavamo; sarebbe forse stato meglio conservarne
il ricordo che ne avevamo prima di accedere ai loro profili ma tant’è: tutto
non si può avere. Un altro aspetto è quello della visibilità, che non è da
confondersi con la notorietà e un’altra questione ancora è quella del
fraintendimento. Ma sarebbe stupido non approfittare di questa rivoluzione –
profonda trasformazione e - in ogni caso – trasformazione in atto – come se quando
fu inventato il telefono qualcuno si fosse rifiutato di usarlo perché non
poteva vedere il volto dell’interlocutore. Io non le uso, ma esistono anche le
videochat!
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