Lettere 1934-1978 di Montini-Rossetti (Rizzoli 1990,
introvabile nelle librerie e credo difficilmente reperibile in altro modo) è il
corpus epistolare di
Marina Vittoria Rossetti (1916-1983) che trova un interlocutore d’eccezione in Giovanni
Battista Montini, sua guida spirituale prima da Milano e poi da Roma. Marina
sarà esclusa, a partire dal 1938, dall’insegnamento dell’italiano e della storia
nei licei di stato, per aver rifiutato di iscriversi al partito fascista e ripiegando
in istituti non statali. La raccolta è curata con scrupolosa acribia filologica
da Emanuela Ghini, monaca carmelitana scalza del Carmelo di Savona e docente di
filosofia teoretica.
Uno
dei numerosi pregi del libro è costituito proprio dagli apparati introduttivi e
dalle note a piè di pagina. I testi di Marina spesso mancano: se ne contano 33
dal 1934 al 1978 di contro alle 78 lettere di Montini, delle quali 71 sono di
suo pugno (le prime 57 sono scritte a Milano e le ultime 21 dal Vaticano). Gli interventi
della Ghini riportano brani delle Udienze Generali o delle Encicliche o delle
Esortazioni apostoliche o delle Costituzioni conciliari, ritenendo la curatrice
che non sia possibile commentare Paolo VI se non con le sue stesse parole. Risalta la personalità di Marina Vittoria Rossetti in questi scritti che lei
stessa avrebbe voluto intitolare Lettere
di circostanza tra un pontefice e una borghese. Seconda metà del secolo XX,
ma che sono invece coinvolgenti non solo per la fedeltà cristiana ma anche dal
punto di vista profano per l’attenzione rivolta tanto agli eventi storici, quanto
a quelli della minuta quotidianità, che di volta in volta si susseguono. Paolo
VI anche dal Vaticano continuerà a seguire Marina, nel segno della continuità
di un’amicizia ancora presente nella sopraggiunta sintesi protocollare di riferimento
(sette lettere hanno come intermediaria la Segreteria di Stato).
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