lunedì 12 novembre 2012

Marina Vittoria Rossetti






Lettere 1934-1978 di Montini-Rossetti (Rizzoli 1990, introvabile nelle librerie e credo difficilmente reperibile in altro modo) è il corpus epistolare di Marina Vittoria Rossetti (1916-1983) che trova un interlocutore d’eccezione in Giovanni Battista Montini, sua guida spirituale prima da Milano e poi da Roma. Marina sarà esclusa, a partire dal 1938, dall’insegnamento dell’italiano e della storia nei licei di stato, per aver rifiutato di iscriversi al partito fascista e ripiegando in istituti non statali. La raccolta è curata con scrupolosa acribia filologica da Emanuela Ghini, monaca carmelitana scalza del Carmelo di Savona e docente di filosofia teoretica.
Uno dei numerosi pregi del libro è costituito proprio dagli apparati introduttivi e dalle note a piè di pagina. I testi di Marina spesso mancano: se ne contano 33 dal 1934 al 1978 di contro alle 78 lettere di Montini, delle quali 71 sono di suo pugno (le prime 57 sono scritte a Milano e le ultime 21 dal Vaticano). Gli interventi della Ghini riportano brani delle Udienze Generali o delle Encicliche o delle Esortazioni apostoliche o delle Costituzioni conciliari, ritenendo la curatrice che non sia possibile commentare Paolo VI se non con le sue stesse parole. Risalta la personalità di Marina Vittoria Rossetti in questi scritti che lei stessa avrebbe voluto intitolare Lettere di circostanza tra un pontefice e una borghese. Seconda metà del secolo XX, ma che sono invece coinvolgenti non solo per la fedeltà cristiana ma anche dal punto di vista profano per l’attenzione rivolta tanto agli eventi storici, quanto a quelli della minuta quotidianità, che di volta in volta si susseguono. Paolo VI anche dal Vaticano continuerà a seguire Marina, nel segno della continuità di un’amicizia ancora presente nella sopraggiunta sintesi protocollare di riferimento (sette lettere hanno come intermediaria la Segreteria di Stato). 

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