Friedrich Schiller |
Tra le vocazioni che crede di possedere e non possiede, tra i
mestieri che intraprende per sbaglio, Wilhelm trascura proprio la sua autentica
vocazione. Egli è un grande saggista e uno dei più acuti critici letterari del
suo tempo, sebbene nessuna rivista accolga le sue geniali illuminazioni. I bellissimi
saggi che dedica alla poesia (II libro), all’Amleto (IV-V libro), ai caratteri dell’aristocrazia e della
borghesia (V libro), debbono certamente qualcosa a Goethe, di cui riflettono
alcune idee dell’età giovanile e dell’età matura. Ma Wilhelm è un saggista più
sistematico del proprio creatore, che indulgeva così volentieri alle incertezze
e alle contraddizioni. Mentre teorizza, entusiastico e lucidissimo, mentre
discute con Werner o Serlo, abbiamo sovente l’impressione di ascoltare la voce
di Schiller, che in quegli anni stava per comporre o aveva appena composto i
grandi studi Über Ammut und Würde e Über naive und sentimentalische Dichtung.
Pietro Citati, Goethe
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