Sono stato ieri al Caserta Pride,
anche se per modo di dire in quanto ero con una mia amica a mangiare gelati e
in giro per negozi di té e profumerie. Quel che ho osservato è tuttavia
sufficiente per una mia riflessione che qui condivido.
Mi ha colpito innanzi tutto l’enorme
quantità di giovanissimi, il che fa pensare che le nuove generazioni siano più
coraggiose delle precedenti e più libere da pregiudizi.
In secondo luogo, in generale e non nel
particolare, ho sempre nutrito riserve verso talune forme di istrionismo e di
provocazioni-boomerang, che finiscono per essere controproducenti perché
radicalizzano la “diversità” invece di acquisirla nell’ambito del normale e del
sociale, soprattutto quando manca un fondamento identitario più critico che
necessariamente, a mio modo di vedere, è da costruirsi sul piano individuale
prima di farsi comunitario, non valendo il percorso opposto. Né capisco come di
solito ci si possa riferire proprio a un’ideologia così autoritaria e censoria,
quantomeno nei suoi sviluppi pratici cui ancora si rimanda, quale è quella
marxista, siccome non siamo più negli anni ‘70 e ‘80, ossia in tutt'altri
contesti culturali e politici
Ma, bisogna riconoscere, ascoltando inevitabilmente certi commentini da
parte della gente per strada, che da una parte volevano essere ancora “tolleranti”
in un senso tutt'altro che voltairiano ma di tipo repressivo, oppure
direttamente discriminatorio e in linea con le nuove sortite del papa a favore
delle famiglie tradizionali - né si vede a questo proposito che cosa c’entri
Dio, che nessuno ha mai visto, con gli orrori che frattanto si verificano in
suddette famiglie, tanto per dirne una - avendo ascoltato, dico , certi bei
commenti trasversali ai vari livelli culturali (sempre si fa molto per dire)
per giunta, sono molto contento di aver partecipato. E aggiungo che le riserve
cui accennavo vanno riviste e contestualizzate - a parte la non adeguatezza
ideologica, quando c'è -, se è vero che esistono ancora realtà provinciali e
apotropaiche, grette e moraliste come quella di una cittadina come Caserta,
culturalmente più fragili e dove l'anacronismo e l'oscurantismo attecchiscono
di più. Ben venga perciò l'istrionismo, la provocazione radicale,
l'isterochecchismo da shock.
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