giovedì 5 settembre 2013

Femminicidio

"Femminicidio" è una parola orrenda, ma la cronaca giornalistica ne sta ormai abusando. Il problema è ancora una volta culturale prima che giuridico, in quanto i ruoli sessuali non esistono, e invece vengono riproposte stereotipie meccaniche e repressive, probabilmente avallate da entrambe le parti in causa. I motivi possono essere svariati: paura, pigrizia mentale, identità sessuali problematiche, semplice moralismo di facciata o, peggio, autorepressione e dunque bisogno di esercitare la forza sul più "debole", come attraverso uno specchio deformato. Ma i ruoli sessuali sono delle convenzioni culturali arbitrarie e perciò dissacrabili e rovesciabili reciprocamente, anche nello stesso sistema di riferimento. Ancorarsi a un'idea pregiudiziale fissa in tal senso è indice di mentalità primitiva, la possibilità di un ribaltamento del genere è insita nel linguaggio, di questo è necessario avere consapevolezza, non obbligatoriamente giocare col ruolo al di fuori del linguaggio. Ecco in che senso il termine "femminicidio" è entrato nell'uso a indicare l'inaudito degrado delle relazioni tra i due sessi fino alla violenza estrema.

(1 settembre 2013)

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