18 dicembre 2011. La Domenica del Sole 24 Ore: un articolo di Christian Rocca su Christopher Hitchens detto Hitch (mai Chris), che è venuto a mancare il 15 scorso.
Intimo di Susan Sontag, implicato con Martin Amis in un'amicizia ai limiti del coinvolgimento omoerotico, al punto che, dice Rocca, quando "ha avuto una storia con la sorella di Martin, tutti sapevano che la povera ragazza non era l'Amis che Hitch voleva veramente", considerato da Gore Vidal suo pupillo, Hitchens era un intellettuale imprevedibile a destra come a sinistra, dietro le apparenze - per formazione, per frequentazioni - di un comunista anomalo.
Una voce alta. Influente. Che dall'11 settembre si era levata contro l'errore della sinistra quando sottovaluta il fondamentalismo islamico pur di fare la guerra all'Occidente. Soprattutto era un colto critico letterario. Ci dispiace molto per Hitch.
1 commento:
L'antireligiosità è l'aspetto che mi interessa di meno nel pensiero di Hitchens. Il termine "religione" è stato già contestato dalla teologia protestante prima che se ne appropriasse quella cattolica, perciò non è sempre efficace addurlo per opposizione a una poetica minima dell'invisibile cui qualsiasi scrittore inevitabilmente crede anche se non ci crede. Altro è la religione altro è la "fede", la quale è assumibile magari tra virgolette (e chi non le metterebbe?) come motivo valido dal punto di vista laico per un pensiero laico (o per una chiesa laica, che attualmente è un'utopia) che a priori non si ponga laicisticamente.
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