sabato 3 settembre 2011

Entro dipinta gabbia (bozza)

Giacomo è un giovane conte di trentasei anni, belloccio, benché affetti con una certa teatralità, come per gioco, una leggera incurvatura della schiena, che aumenta il suo fascino di grande scrittore e misconosciuto pensatore. 
Lo circonda la fama della sua solitudine, da lui stesso in parte alimentata e di persona indesiderabile e cattiva, a causa dei suoi giudizi perentori sulla letteratura e sulla morale. Ma sono dicerie in gran parte ingiuste. Del resto, quasi tutto in Leopardi è esagerazione e maschera: è di salute cagionevole, è vero, ma lui per primo esaspera la propria situazione per conquistarsi l'affetto dei suoi amici che, in una certa misura, sono suoi complici; le sue lettere sono costruite al modo degli epistolari classici di Cicerone e di Petrarca, ossia non sono scritte tanto per comunicare con gli altri quanto piuttosto per trasmettere una specifica immagine di sé. 
Lo spazio del testo e quello della vita sono dunque un grande palcoscenico, sul quale Leopardi recita romanticamente e il suo stesso pessimismo, la sua filosofia sono una provocazione per scandalizzare i suoi lettori. 
Vive con lui un nobile napoletano di nome Antonio Ranieri, un letterato che ha già scritto qualcosa e che in questo 1834 ha ventotto anni. Antonio è biondo, bello, raffinato nei lineamenti e nei modi. 



Atto terzo


Napoli, Palazzo Cammarota.
Settembre 1834.
Leopardi abita al Vomero da quasi un anno insieme all’amico napoletano Antonio Ranieri. È loro servitore Pasquale Ignarra, cuoco abile nel preparare al sofferente poeta dei cibi che non gli facciano male.
L’arredamento è stato messo su alla men peggio utilizzando vecchi mobili di Ranieri, perciò lo stile dell’abitazione è trasandato anche se le stanze sono grandi e con tratti di aristocratica bellezza, tant’è vero che dai balconi è possibile ammirare il Vesuvio e Posillipo.

Entra Pasquale

PASQUALE Signor conte, c’è quel signore tedesco che vi vuole vedere.
GIACOMO (come non capendo) Io somatizzo molto.
PASQUALE Lo faccio entrare?

Entra Ranieri

RANIERI  Non ti devi suggestionare, Leopardi. Calmo. Sono qui, io. Calmo.
PASQUALE Allora, lo faccio entrare?
RANIERI Te la senti di riceverlo? Lo hai già incontrato altre volte.
GIACOMO Chi è?
RANIERI August von Platen-Hallermünde .
GIACOMO Chi è August von Platen-Hallermünde?
RANIERI Come sarebbe, chi è?
GIACOMO Fanny?
RANIERI No, Fanny non c’è. Non è lei.
PASQUALE Mi sembra una conversazione di pazzi.
LEOPARDI Ma dai, pure tu, Ranieri: scherzo!
RANIERI: Mi piace che tu ti sia calmato.

(a Pasquale)

Fatelo passare, per favore.







1 commento:

vlaraie81 ha detto...

A quando l'opera completa?Voglio stare in prima fila.