Rupert Everett è mostruosamente bravo nel ruolo
di Oscar Wilde in The Happy Prince che,
non c’è dubbio, dal punto di vista scenografico e decorativo è un film
spettacolare. Ma non si sottrae a un certo manicheismo: da una parte la
santificazione di Wilde, dall'altra la demonizzazione di Bosie (Colin Morgan), ovviamente anche qui automaticamente responsabile della
rovina dello scrittore irlandese. C’era da aspettarselo. Ma Bosie Douglas ha una
complessità maggiore dello stereotipo rappresentato, e che ora
sarebbe troppo lungo spiegare, tant’è vero che ci ho scritto un intero libro.
Diciamo che, per esempio, le ragioni per cui i due si dovettero separare a
Napoli sono molto meno semplicistiche di quelle che racconta Everett. Una
battuta in pieno stile wildiano, alla fine del film: “Sarai soltanto una nota a
piè di pagina, sgualdrina!” urla Bosie a Robert Ross ai funerali di Wilde,
accennando a quello che noi posteri avremmo detto di tutti loro. Io infatti ho
dedicato a Robert Ross soltanto un capitoletto di Defending Bosie che uscirà tra non
molto.
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