Quando si legge Umiliati e offesi, lo svolgimento della narrazione è così necessario che non si riesce a fare a meno di pensare che le parole potevano essere solo quelle di Vanja, il narratore, alter ego dell’autore da giovane, con le dovute trasfigurazioni un po’ iperboliche e inevitabili invenzioni come quando, essendo Vanja stato rivale di Alëša, ritrova Nataša e il racconto già molto lungo poteva anche finire così. Ma siccome stiamo parlando di Dostoevskij, ecco che Alëša si riprende Nataša, del che non è certo contento Vanja. Ma presto Alëša la lascia per fidanzarsi con Katja, mentre Vanja, dopo che l’autore ha fatto fare a Nataša la spola tra Vanja e Alëša, senza che quasi neppure lei sembri sapere con chi voglia stare, trova il suo equilibrio infine con Nelly. Forse. Perché dove sia realmente Dostoevskij in tutto questo non si sa.
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