Visibilmente sofferente, Luchino Visconti era
circondato da gigli e rose, omaggi augurali dei suoi ammiratori, da libri, da
carte, da mimose, tutte espressioni d’affetto.
Sofferente ma forte e combattivo, lo attraversava
un’immensa tensione della volontà, esercitava una pazienza grandiosa.
Doveva sottoporsi a una disciplina
durissima, per la fisioterapia quotidiana. Il suo corpo decadeva ma lui
ostacolava il decorso della malattia in primo luogo col cervello. Voleva
riabilitarsi completamente.
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