Secondo Kurt Lewin non
solo in termini topologici ma anche mediante l'insight, il bambino piccolo può attuare un cambiamento dello spazio
vitale. Per un adolescente che sia entrato nella fase del pensiero astratto e
per un adulto, a maggior ragione, il cambiamento di struttura sociale
interviene in termini di interazione con quello che Freud chiama
strategicamente φ (mondo esterno, in Tentativo
di rappresentare i processi ψ normali), da intendere quale fonte di stimolo. Questa considerazione riguarda anche la psicologia
dell’artista né esclude la dimensione puramente ludica e intellettuale della
comunicazione. Freud parla specificamente del poeta ma il discorso, carico di
forti significati affettivi, va esteso anche alle altre forme di espressione
artistica. Quando ne Il poeta e la
fantasia (in Saggi sull’arte, la
letteratura e il linguaggio) si domanda come faccia il poeta a trovare il
proprio materiale e in un secondo momento a elaborarlo nel suo linguaggio, risponde
che il gioco del bambino gli offre un’occasione interpretativa, precisata
successivamente con più rigore. Il poeta non è in condizioni in quanto adulto inappagato
di modificare φ secondo il principio di piacere. Sul piano dinamico l’attività
della fantasia, che nell’adulto prende il posto delle forme infantili di gioco,
assume la funzione di soluzione delle tensioni inconsce che non abbiano ancora trovato
un’altra valida espressione.
Gioca anche l’adulto, naturalmente,
ma non lo fa come il poeta. In ogni caso, chi è appagato non fantastica e, proprio
come il bambino scopre nel gioco una sistemazione fantastica a elementi di
realtà irrisolta, i desideri insoddisfatti attivano le forze della fantasia che
si presenta nel poeta come appagamento di desiderio ambizioso o erotico. Fin
qui, se la situazione linguistica non è verificata dal principio di realtà, φ
corre il rischio di venire allucinato, a meno che in φ non rientrino esperienze
di rielaborazione intellettuale, quando, cioè, sussista una comunicazione non
biunivoca, o simbolicamente biunivoca, tra i due elementi ψ e φ.
Winnicott interviene in
una posizione più dialettica, o intermedia, tra ψ e φ. Critica Freud per non
aver indicato – o per averlo tutt’al più solo accennato - un luogo dove situare
l’esperienza culturale, non essendo questa né nel mondo interiore né in quello
esterno. Ciò significa mettere in guardia, però, dal pericolo di far coincidere
il principio di realtà con la frustrazione proveniente dal mondo esterno, dal
momento che esso è anche fonte di piacere.
Il bambino che non gioca è angosciato come lo psicotico. Senza creatività non esiste
sopravvivenza. Per Winnicott, l’esperienza culturale si situa nel gioco e nel controgioco
con la madre, la fantasia del bambino si riferisce anche alle persone e a parti
di persone che sono state introiettate attraverso il cibo ingurgitato, prima
attraverso il seno e poi indipendentemente da questo. Viceversa, l’angoscia per
la madre estranea può essere contenuta e la realtà esterna analizzata e adattata
(l’amore di transfert ricrea lo spazio potenziale tra il bambino e il seno). La
fantasia stessa, legata al pensiero magico, precede la realtà in quanto più
primitiva e il gioco diventa lo spazio intermedio tra il bambino e il seno, un
vero e proprio spazio potenziale nel quale la fantasia del poeta, ma più in
generale la creatività, tanto dal punto di vista estetico quanto concettuale, diventa,
ed è, realtà.
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