C’è
un'assonanza particolare, qualcosa di più di una semplice assonanza non tanto
nel lessico quanto nella tonalità affettiva (anche come impulso metaforico, per
determinati aspetti) tra:
α)
Putre senescebat deserto in litore
fanum.
Semirutae stabant hedera cingente
columnae,
muscus humi triglyphos circum
lateresque linebat,
iamque ipsum limen tenues effuderat
herbas,
et rubus implerat multa propagine
lucum
Giovanni
Pascoli, Fanum Apollinis, 1-5, in Poemata Christiana
e:
β)
Pinea silva mihi, multos dilecta
per annos,
lucus in arce fuit summa, quo sacra
ferebant,
nigranti picea trabibusque obscura
acernis:
has ego Dardanio iuveni, cum
classis egeret,
laeta dedi; nunc sollicitam timor
anxius angit
Verg.,
Aeneis, IX, vv. 85-89
*
α)
Imputridito
invecchiava un tempio su un lido deserto.
Mezzo
crollate oramai le colonne dall’edera cinte,
trìglifi
a terra e mattoni coperti all’intorno dal muschio,
già
la sua porta d’ingresso spargeva erbette sottili,
molta
propaggine e il rovo gremiva il boschetto già sacro.
(versione
mia)
β)
Mi
è da molt'anni cara una selva di pini, sacro
bosco
in vetta a un monte, ove si recavano offerte,
ombroso
per cupe conifere e grossi tronchi di acero:
al
giovane Dardano, cui occorreva una flotta, lieta
ne
feci dono; ma ora, assillante timore mi turba.
(trad.
di Enrico Oddone)
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