martedì 8 marzo 2011

Le presunte «mazzette» a Casamicciola


Devo ammettere, senza alcun imbarazzo, di non essere un lettore accanito di quotidiani. Penso che gli alberi dovrebbero essere tutelati meglio dall’uso indiscriminato che se ne fa in nome di una malintesa rivendicazione democratica. Poi, da quando anch’io ho ceduto al web - non potendo fare altrimenti perché i nuovi analfabeti ormai sono quelli che oggi rifiutano la comunicazione elettronica, per snobismo, ritenendo così di risultare più impegnati - leggo direttamente sui siti le notizie più interessanti (sullo schermo, per inciso, si può leggere un testo breve, un articolo o un piccolo saggio e non un libro: un libro si può scrivere e non leggerlo sul computer! il libro cartaceo non scomparirà mai), almeno per me. Ricordo un’intervista di Dacia Maraini all’immenso e sardonico Giorgio De Chirico (in E tu chi eri? Bompiani, 1973):
«Legge dei giornali? Che giornali?»
«”Il Tempo” e “Il Messaggero”»
«Tutti e due?»
«No, o l’uno o l’altro. Se “Il Tempo” parla di me, leggo “Il Tempo”, se è “Il Messaggero” a parlare di me, leggo “Il Messaggero”»
«Lei ha un modo irresistibile di prendere in giro se stesso e, attraverso se stesso, il mondo intero.»
Eccezionalmente ho comprato il Corriere del Mezzogiorno, vedo un articolo di Marta Herling, nipote di Benedetto Croce e segretario generale dell’Istituto italiano per gli studi storici. Lamenta le cose non vere dette da Roberto Saviano a proposito del terremoto avvenuto a Casamicciola nel 1883. È completamente falso che il padre morente del filosofo napoletano, sotto le macerie insieme a Croce, lo esortasse a dare intanto una mazzetta di centomila lire dell’epoca a chiunque si prodigasse a liberarlo. In momenti così estremi, inimmaginabili da parte di chiunque versi in condizioni normali di vita, si può dire tutto e il contrario di tutto, questo sì; ma perché Saviano deve essere a tal punto incauto nell’associare per i suoi lettori il termine «mazzette» alle consuetudini di vita in pericolo di morte e oltre del filosofo idealista? Una somma di centomila lire era impensabile per l’epoca, la stessa famiglia di Croce non disponeva di tanto denaro. Probabilmente il vate Saviano, il quale ormai può permettersi, e perché no?, di falsificare la storia, come acutamente rivela la Herling dal momento che l’industria culturale è in grado di riscriverla secondo l’onda del successo che si riverbera capricciosamente, cioè senza fondamento scientifico, anche sul tempo attuale, deve avere orecchiato la notizia intorno a Croce da una testimonianza, di seconda mano per giunta, di un certo turista tedesco non meglio identificato. Quest’ultimo, proprio in quei giorni del 1883, trovandosi in vacanza a Casamicciola, ha dichiarato di aver sentito dire, a sua volta, da qualcuno non meglio identificato, che Benedetto Croce si prodigò nel suo tentativo mercenario di salvarsi la vita, col metodo di queste famose «mazzette».
Sandro df

2 commenti:

vlaraie81 ha detto...

E' importante controllare le fonti, essere scientifici se si vuole parlare di storia, e a maggior ragione se si ha successo e se la gente ti segue. Anzi più si ha successo più si ha il dovere di fare bene il proprio lavoro e per nulla il successo può consentire leggerezza e superficialità, o una dormita sugli allori, anzi, esattamente, precipuamente, il contrario.

Sandro De Fazi ha detto...

Concordo!