“Tutto si è capovolto. Ciò che era improbabile si è fatto scontato. Non credo nel sistema, la vita è aforisma, è ossimoro. Tutto è da improvvisare. Avventura.
Un baraccone.
Il memoriale di un pazzo.
Un saggio filosofico asistematico.
Un romanzo destrutturato.
Un'autobiografia immaginaria.
Un dialogo con sordi
Una tragedia burlesca.
Una commedia surreale.
Un documento inattendibile.
Un fumetto insulso.
Una chiave magica.
Un testamento.
Una poesia.
Uno zibaldone.”
Gli angeli assurdi, pp. 64-65.
Ci sono libri che non si leggono soltanto.
Si attraversano.
Gli angeli assurdi di Sandro De Fazi è uno di questi.
È un libro che resta sulla soglia, come certe persone che ci hanno sfiorato
senza mai entrare davvero. È fatto di sospiri trattenuti, di gesti mai
compiuti, di desideri custoditi nel silenzio.
Di contrasto è intriso anche di pura razionalità.
Sandro De Fazi scrive con la precisione di un filosofo e la fragilità di
chi sente troppo. Ogni frase è un frammento di ciò che avrebbe potuto essere:
incontri che accadono solo nella mente, dialoghi immaginati, carezze mai date,
ma intensissime nella loro mancanza.
L’ho letto con attenzione profonda, come se ogni pagina mi parlasse anche
delle mie attese, dei miei non detti.
C’è qualcosa di raro in questa scrittura: il coraggio di restare fermi, di
non trasformare il desiderio in conquista, ma in parola.
E forse proprio lì, nella rinuncia, nella ritrosia, nasce la sua forza.
Perché Sandro riesce a rendere eterno ciò che per la maggior parte di noi
sarebbe passato senza lasciare traccia.
Benvenuti in questo romanzo-diario segreto.
Leggetelo attentamente: vi parlerà più con quello che non dice, che con
quello che racconta.
(25 giugno 2025)