Giorgio De
Chirico, Le Muse inquietanti (1917)
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Perché Leopardi non si innamorò di Laura Cipriani-Parra o di Elena
Mastiani-Brunacci, le pisane, nel quasi sereno soggiorno a Pisa e preferì
l’ignobile Fanny Targioni-Tozzetti, tutta letteratura e signoria, a Firenze,
che lo illuse? Il motivo, o perlomeno uno dei motivi più convincenti è il
seguente: gli amori ipotetici sono più interessanti di quelli reali, perché gli
amanti in questo caso sono autori che alludono a una sottile rottura tra il
reale che pure fingono di rappresentare e la propria opera.
Non essendo la realtà (dell'amore romantico) data nell'opera se non in modo
frammentario, essa si insinua di meno col suo irrinunciabile riscontro sul
piano sentimentale ma pure con la sua inevitabile prosaicità, perciò tali amori
ipotetici risultano anche più belli. Kierkegaard ha abbandonato Regine Olsen
per poter continuare ad amarla al di là del quotidiano, Matilde Wesendock e
Charlotte von Stein hanno tanto contato nella vita rispettivamente di Wagner e
di Goethe proprio perché né Wagner né Goethe le hanno mai potute (o volute?)
sposare. Viceversa, certi amori cosiddetti reali, paradossalmente, vissuti
nell’ambito istituzionale di un fidanzamento o di un matrimonio, sono di fatto
assai più ipotetici e irreali di quelli della finzione.
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