“in ogni religione l’uomo religioso è un’eccezione”
(F. Nietzsche, La gaia scienza, III, 128)
1. Circolo vizioso. La nozione di “inconscio” è assente nel linguaggio di Klossowski. La realtà del corpo sostituisce l’irrealtà dell’inconscio, per cui la dialettica si pone in termini di coscienza/corpo e non più, freudianamente, coscienza/incoscienza. La semiotica impulsionale riguarda esclusivamente il corpo. L’inconscio è il corpo. Le forze impulsionali sono del e nel corpo, perché il sé è il corpo.
Il simulacro è, viceversa, un compromesso ossia la necessità strategica di aderire, attraverso la simulazione/dissimulazione, al linguaggio dell’ambiente istituzionalmente inteso. La finalità del simulacro come pensiero corporante è infatti l’espressione del sé corporeo impulsionale, sia pur senza negare la realtà istituzionale ma instradandola su valori positivi. Il simulacro per eccellenza è l’arte.
2. Per una nuova devozione. De La Vocation Suspendue di Klossowski parla Foucault come di “un commento simulato di un racconto che è esso stesso simulacro, poiché non esiste o piuttosto risiede tutto intero in questo commento che ne viene fatto. Di modo che in un solo strato di linguaggio si apre questa distanza interiore dell’identità che permette al commento di un’opera inaccessibile di donarsi nella presenza stessa dell’opera e che permette all’opera di sottrarsi in questo commento che è tuttavia la sua unica forma di esistenza: mistero della presenza reale ed enigma del Medesimo.”
Ne La Vocation Suspendue ogni personaggio ha il suo doppio, che è l’altra faccia insondabile del Medesimo. L’abate Jérôme (c’è un Jérôme 1 e un Jérôme 2, ma per semplificazione non li distinguerò, qui), che deve ancora diventare prete, è mandato in penitenza presso un altro convento a causa della sua provocatoria posizione, tra l’altro, sul circolo vizioso della sodomia (rapporto vittima/carnefice). Il problema posto è quello della decisione tra vocazione e suo simulacro. Il nome del convento è “Devozione” o “Partito Nero”.
La regola tacita della Devozione impone una vita assai ardua, apparentemente in linea con la santificazione evangelica ma che secondo Jérôme è, viceversa, espressione della lotta di classe all’interno della chiesa; i suoi ospiti sono tutti penitenti. Perfino l’inno alla Vergine è vietato (perché gioioso o perché il Partito Nero è devoto, piuttosto, non a Dio bensì al di Lui simulacro?). Il protagonista incontra un vecchio compagno, che è felice di trovarsi lì per espiare. Questi però lo mette in guardia, perché gli altri pensano che faccia il doppio gioco.
La regola tacita vuole che si vada oltre i comandamenti sulla strada della perfezione, ma ciò potrebbe anche sembrare allusivo dell’esuberanza dell’inversione sessuale. In ogni caso, il fine della regola tacita è lasciare la Devozione.
Un affresco commissionato dal priore rappresenta il dogma dell’Immacolata Concezione, con Pio IX e nonostante che S. Bernardo e S. Tommaso siano raffigurati ai piedi della Vergine. Questo viene infatti contestato, dato che si attribuisce ai due teologi l’identità di coloro che si opposero al dogma, ma Jérôme rileva che i due santi non sono riconoscibili, e che potrebbe trattarsi di semplici increduli; osserva inoltre che l’opera manca di armonia plastica. Ma quella dell’affresco era un prova cui Jérôme era stato sottoposto: glielo rivela il vescovo che lo vuole fuori del Partito Nero, sul quale lo invita, anzi, benevolo, a stendere una relazione segreta e lo conduce in una comunità di suore della propria diocesi, prima che venga assegnato a un presbiterio per la sua vocazione. Il Partito Nero ritiene che Jérôme faccia il doppio gioco.
Nella nuova sede, una monaca svela al giovane che autore dell’affresco è Malagrida, un pittore spagnolo d’avanguardia, un tempo profanatore di chiese e monasteri. Jérôme ha occasione di conoscerlo, proprio lì. Tra vari giri e rigiri, ha poi un illuminante colloquio con padre Persienne, un prete psicoterapeuta ateo, secondo il quale solo la chiesa è in grado di far accettare agli uomini la morte, in quanto solo la chiesa può loro insegnare che non c’è niente nell’al di là. Il segreto è nell’istituzione, la quale sfugge agli uomini e li conduce dove, secondo lui, devono essere condotti. Padre Persienne consiglia al giovane di attendere altri due o tre anni prima di decidersi per il sacerdozio.
Successivamente, a Roma, Jérôme incontra di nuovo Malagrida, però in abiti liturgici, che celebra messa e, parafrasando e profanando Paolo, si proclama avversario del male che è nel Dio vivente.
Jérôme 1 lo insulta come usurpatore di Cristo.
Jérôme 2 lascia Roma, dichiarando che è l’altro il fallito.
La devozione cui ci si era accostati era dunque funzionale al dogma dell’ortodossia, perciò la si lascerà non per l’avvenuta espiazione ma perché se ne scopre il lato sinistro, speculare al Dio vivente - il medesimo elemento, peraltro, che aveva attirato Jérôme. Ma il fallimento è appunto del Partito Nero, non di Jérôme che tuttavia a sua volta è scisso (essendo rappresentato da Klossowski in Jérôme 1 e Jérôme 2).
18 dicembre 2008
* * *
1.
“Il virilismo compirebbe il suo circolo vizioso.”
“Ha detto proprio ‘circolo vizioso’?”
“Il circolo vizioso, l’ultima parola dei valori detti virili, è il rapporto tra carnefice e vittima, il segreto stesso della sodomia.”
“Quest’ultima frase è sua!”
“E’ falso.”
“Credeva di essere stato chiamato, bramoso di combattere il male dai bastioni della Chiesa, cittadella assediata, ma invece di partecipare alle sue missioni, o attendere obbediente nel silenzio l’ora dell’attacco, si è fatto sedurre da rumori intestini che rispondono al suo eterno stato di contestazione distratto dalla vera battaglia, cedendo ai dissidi che mai dilaniano la città santa, e ciò con l’intensità di un cuore senza pace. Esca.”
2.
“Padre priore, dietro alla sottomissione dei fratelli alla regola tacita che impone compiti assai ardui con una finalità economica, io vedo un’espressione della lotta di classe all’interno della Chiesa.”
3.
“Non è un’imprudenza rappresentare i teologi ai piedi della Vergine, dipingere San Bernardo e San Tommaso, coloro che si opposero al dogma dell’Immacolata concezione, come un attentato allo Spirito santo?”
“E’ difficile capire chi sono. Potrebbe anche trattarsi di increduli.”
“Attento, credono che tu faccia il doppio gioco. Ascolta! È l’inno alla Vergine. È vietato.”
4.
“La regola tacita del convento vuole che ogni comandamento, che tutti i buoni cristiani conoscono, venga superato, che ci si spinga oltre sulla strada della perfezione, a volte contraddittoria, come lo è il superamento stesso della moderazione. È ovvio che parlo di superamento e non di esuberanza.” [risate degli astanti]
5.
“Mi dica cosa pensa di me vedendomi prostrato dinanzi a lei.”
“Ostentazione.”
“Umilmente le chiedo se l’estrema umiltà che ostento non merita la critica di questa ostentazione che umilmente esibisco.”
“Compiacimento nell’ostentazione, fratello.”
“Se esibisco tale compiacimento, se lo ostento dinanzi a lei, non vuol forse dire che desidero essere smascherato?”
“Ricerca della complicità.”
“Non è forse vero che cercando in uno come lei una complicità impossibile, mi denuncio dinanzi a colui con il quale ho paura di compromettermi?”
“Sospetto.”
[Gli dà un biglietto su cui è scritto ciò che aveva previsto l’altro gli avrebbe risposto: OSTENTAZIONE, COMPIACIMENTO, COMPLICITÀ, SOSPETTO.”]
6.
“Prima di cercare i nemici della Chiesa, combatta quelli che sono dentro di lei per meglio appartenere a nostro Signore.”
7.
“A coloro che credono nella Chiesa cosa dice?”
“Rafforzo la loro fede. La rafforzo. Se la loro fede si è indebolita, quando è proprio la fede che permette loro di sbocciare, di lottare contro il sonno e di restare nell’insonnia, ebbene allora, lascio la loro fede intatta. Ma se queste anime hanno perduto il loro equilibrio proprio a causa della loro fede, allora svelo loro i suoi arcani e ciò che nasconde.”
“Lei vuole distruggere la Chiesa e i suoi dogmi.”
“Solo la Chiesa è in grado di far accettare agli uomini la morte.”
“Quanti uomini non credenti la accettano?”
“La Chiesa deve e lei sola può insegnare loro che non c’è niente nell’aldilà. Tutti oggi credono come dicono e ciò che dicono lo credono. Ma il segreto è nell’istituzione… nel fenomeno della Chiesa che sfugge agli uomini e li conduce laddove debbono essere condotti. Niente avrà mai la meglio su di essa.”
“Cosa pensa la diocesi della sua attività ‘terapeutica’?”
“L’importante è che le cose avvengano secondo l’intenzione della Chiesa.”
“Sta dicendo che la Chiesa, la nostra Santa Madre Chiesa è solo l’immagine…”
[Risata lunga e fragorosa] “La Chiesa non dice cosa essa sia, ma sa che io lo so.”
8.
[Suora:] “Potrà esporre le sue idee, sulle devozioni nocive alla fede. Io cercherò di esporre la mia tesi sulla necessità del matrimonio dei preti.”
“Matrimonio?”
9.
“La distinzione tra ordine temporale e ordine della Grazia rende comprensibile, e quindi possibile, l’attività di un padre terapeuta che s’interessa solo alle cose terrene.”
“Sono felice di sentirglielo dire.”
“Ha capito che padre Persienne si riferisce a una natura ignorata dalla Grazia e insegnarle a morire è la sola cosa che interessa alla Chiesa. Sta a lei insegnare che l’uomo, attraverso la Grazia, è destinato alla vita attraverso la morte sulla Croce.”
[Padre Persienne:] “Sia prudente, attenda ancora due o tre anni e potrà agire per il bene di tutti. Sia deciso nella sua disciplina, non le chiedo altro.”
“O la Grazia ha sradicato l’orgoglio e seminato l’umiltà in quest’anima, oppure l’anima si è compiaciuta al suo simulacro che padre Persienne riconoscerà, poiché egli stesso ne è stato vittima. La Chiesa, operando una scelta, ha potuto distinguere il prete ateo dal terapeuta nella persona di padre Persienne, e lo ha fatto così bene che lei infatti li confonde, spinto dal suo demone.”
10.
“Noi non lottiamo contro il sangue e la carne, ma contro la potenza spirituale di cattiveria che è nel Dio celeste.”
“Usurpatore del Cristo, non mi avrai.”
(rielaborazione dal film La vocazione sospesa di Raoul Ruiz, Francia, 1977)
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