sabato 8 ottobre 2011

La virtualità della prima intenzione

G.B. Montini a M.V. Rossetti

Appunti sulla carità e la preghiera tratti dalla Summa di s. Tommaso. Citazioni di Paolo e di Agostino.
(15 agosto 1951)[1]
-          Quis diligit me
-          Amor super hanc communicationem fundatus est caritas (S. Th., II, II, 23, 1)[2]
-          Caritas amor quidam est (ib., 25, 2)[3]
-          illa sit potior quae magis Deum attingit (ib., 6)[4]
-          Nulla vera virtus potest esse sine caritate (ib., 7)[5]
-          per caritatem ordinantur actus omnium virtutum ad ultimum finem; et secundum hoc ipsa dat formam actibus omnium aliarum virtutum; et pro tanto dicitur esse forma virtutum[6]
-          Fiduciam… talem habemus per Christum ad Deum, non quod simus sufficientes cogitare aliquid etc. (II Cor., III, 4)[7]
-          Christus vero tamquam filius in domo sua: quae domus sumus nos, si fiduciam et gloriam spei usque in finem firmam retineamus (Hebr., III, 6)[8]
cfr. II Cor. IX, 8[9] - Eph. II, 4-7[10]
S. Th., S.T., 22ae, 83, 13
-          Vis primae intentionis, qua aliquis ad orandum accedit, reddit totam orationem meritoriam[11]
-          … et ad hunc etiam effectum sufficit prima intentio (impetratorium[12])
-          refectio mentis: et ad hoc de necessitate requiritur in oratione attentio[13]
-          S. Agostino, Ep. ad Probam 121?
In fide, spe et charitate, continuato desiderio semper oramus[14]



[1] Marina ha conservato l’appunto in busta datata 15 agosto 1951.
[2] Chi ama me. «L’amore che si fonda su questa comunicazione è la carità.»
[3] «La carità è un tipo di amore.»
[4] ib., 23, 6. «Perciò è necessario che (tra le stesse virtù teologali) sia più nobile quella che meglio raggiunge Dio.»
[5] ib., 23, 7. «Non può esserci nessuna virtù senza la carità.»
[6] ib., 23, 8. «La carità ordina gli atti di tutte le altre virtù all’ultimo fine. E in tal modo dà la forma agli atti di tutte le altre virtù. Ecco perché si dice che essa è la forma delle altre virtù.»
[7] «… aliquid a nobis quasi e nobis, sed sufficientia nostra ex Deo est»: «Questa è la fiducia che abbiamo per mezzo di Cristo, davanti a Dio. Non però che noi stessi siamo capaci di pensare qualcosa come proveniente da noi, ma la nostra capacità viene da Dio.»
[8] «Cristo invece lo fu (fedele) come figlio costituito sopra la propria casa. E la sua casa siamo noi, se conserviamo la libertà e la speranza di cui ci vantiamo.»
[9] 2 Cor. 9,8: «Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario di tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene.»
[10] Ef. 2,4-7: «Mio Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo: per grazia infatti siete stati salvati. Con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù.»
[11] «La virtualità della prima intenzione con la quale uno l’ha cominciata, rende meritoria tutta la preghiera.»
[12] «… e anche per questo effetto (l’impetrazione) basta l’intenzione iniziale.»
[13] «… refezione spirituale dell’anima: e per questo nella preghiera si richiede necessariamente l’attenzione.»
[14] «(Ecco quale dev’essere la nostra continua preghiera): innalzare a Dio i nostri desideri con la stessa fede, con la stessa speranza, la stessa carità.» (Agostino, Lettera (130) a Proba, IX, in Lettere scelte, Torino 1949, I, p. 461, 18)

Giovanni Battista Montini-Marina Vittoria Rossetti, Lettere. 1934-1978, a cura di Emanuela Ghini, Rizzoli 1990, pp. 182, 183.

Nessun commento: